YiS Team: Annalisa Bucci
giovedì, Ottobre 24th, 2019
By: Stefano Pelizza
Per la 40th edizione sono salito a bordo dell’ICE 52 Primavista di proprietà Yachting in Sardinia Shipping. Skipper dell’imbarcazione, Gabriele Bruni, che per un imprevisto dell’ultimo momento non ha potuto partecipare ed ha lasciato il comando a Pietro D’Alì.
Seguo le previsioni da quattro giorni prima della partenza, e sono abbastanza inusuali, un flusso di SE sul mediterraneo meridionale dovuto ad una bassa pressione centrata sulle Baleari e in lento movimento verso Est. Tutta la regata sarà poi dominata dal vento di Scirocco, prima molto leggero, fino a Messina, poi molto instabile, fino alle Egadi, ed infine, irruento, fino quasi ad intensità di burrasca, di bolina, per le ultime 240 miglia. Il vento leggero, in poppa, non ci favorisce, Primavista, è una splendida barca da crociera regata, ma con poco vento in poppa le barche più invelate e leggere sono favorite.
La partenza della regata, dalla baia della Valletta, è uno spettacolo indimenticabile, il colpo di cannone rimbomba tra le mura della città, le barche, quasi immobili, tagliano la linea di partenza e incominciano a incrociarsi stancamente per uscire dalla baia. Il vento, tre o quattro nodi al massimo, arriva dall’ingresso della baia e ci costringe alla bolina. Percorso a fatica il breve tratto tra le due boe Rolex, mettiamo finalmente la prua verso Capo Passero. Il vento leggerissimo non ci aiuta, dobbiamo fare la prima scelta: Secondo le previsioni una zona di calma totale si situa tra capo Passero e Malta, attraversarla o girarci intorno? Attendo le ultimissime informazioni meteo, poi decidiamo, girare attorno alla bolla è troppo pericoloso, anche se secondo le previsioni di rotta c’è un vantaggio, preferiamo avvicinarci quanto prima alla Sicilia e cercare la brezza di terra. La troviamo verso le 2 di notte e ci dà una bella spinta verso nord. Ci allontaniamo da terra al mattino, quando la brezza di levante, rinforzata dai venti di caduta dall’Etna, ci spinge diretti verso lo stretto e ci fa mettere il jib top per un paio d’ore. Passato l’Etna, alziamo il gennaker, e incominciamo a bordeggiare strambando. Da Est rientra in gioco Black Pearl, velocissimo Carkeek 47 che ha tentato l’opzione di contornare la bolla di poco vento, ci passa d’avanti di un paio di miglia, avercelo così vicino ci conferma che l’opzione Est non ha pagato. Nel frattempo il vento sale leggermente e noi ci avviciniamo allo Swan 42 Be wild, nella prima parte della regata, con pochissimo vento, sono stati più veloci, ma nello stretto lo riusciamo a passare. Messina si rivela al solito complicata, purtroppo usciamo con corrente contraria, e siamo costretti a bordeggiare rasente gli scogli, per ridurre quanto possibile la corrente. Ci avviciniamo a Stromboli e si fa sera, strambiamo più volte e ci mettiamo dalla parte corretta rispetto alla rotazione del vento a NE. Al buio, con uno spicchio di luna, passiamo Stromboli, e rimaniamo incantati dagli sbuffi rossi del Vulcano. Ci immaginiamo per un momento gli antichi Greci, che senza strumenti e conoscenze vedevano questo spettacolo e omaggiavano il dio Vulcano. Passata Stromboli la regata riprende il sopravvento, dobbiamo affrontare il tratto più difficile, fino alle Egadi, dove non possiamo sapere la posizione degli avversari non avendo un satellitare a bordo e le scelte tattiche si aprono molto. Purtroppo non tutti tengono L’AIS acceso, oppure lo hanno mal funzionante, anche se questo è un obbligo sancito dalle istruzione di regata. Ad ogni modo, vediamo che parte delle imbarcazioni davanti e più veloci di noi decidono di portarsi più a Nord, per evitare il poco vento sulla rotta diretta. Noi decidiamo di attraversare la bolla di bonaccia e di navigare sempre sul miglior avvicinamento. Il vento leggerissimo, non ci aiuta, non sappiamo dove sono gli altri e siamo in apprensione. Sappiamo bene che in questo lato ci si gioca la regata. Dalle Egadi in poi ci saranno meno opzioni tattiche.
Avvicinandoci a San Vito lo Capo tiriamo le somme, qui si vede quale opzione ha pagato. Sull’AIS cominciano a comparire le barche, vediamo il Kuka 3, poi l’altro Cookson 50 Riff Raff, Black Pearl di nuovo, tutti che ci sorpassano a gran velocità verso San Vito. La scelta fatta finora è stata ottima. A San Vito, un calo di vento previsto ci rallenta un poco, le barche più agili passano meglio ma portiamo pazienza e riusciamo ad uscirne a sera inoltrata, ci mettiamo quindi di bolina. Le previsioni meteo sono confermate anche se l’intensità del vento è inferiore rispetto a quanto previsto inizialmente, saremo di bordo fino a Pantelleria, per fare un po’ di Bordeggio verso Lampedusa, e di nuovo di bordo fino a Malta. Entrati nel ridosso di Pantelleria mettiamo il fiocco #3, lo terremo fino a poco prima di Malta. Il vento, sale fino a 25 nodi, ma consci delle previsioni evitiamo di cambiare vela e mettere il #4, sappiamo che a breve scenderà.
A bordo la vita diventa difficile, chi sta male, pochi mangiano, ma in bolina, tutto sommato, è normale, purtroppo la regata non ci ha riservato le meravigliose planate dello scorso anno. Arriviamo a Malta il mattino del 23. Il vento in calo, rimettiamo il fiocco #2, e percorriamo le ultime miglia bordeggiando sotto costa, assieme ad un Volvo 70 che si deve essere attardato in bonaccia e ci supera veloce a poche miglia dall’arrivo. Dietro di noi, come un’ombra per tutta la regata, il Mylius Daguet2 del quale siamo riusciti a contenere gli attacchi. Finiamo primi di classe, e sesti in classifica generale. Davanti a noi tutte imbarcazioni più piccole, mentre i racer questa volta sono arrivati dietro.
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