YiS Team: Alessandra Vigliotta
giovedì, Ottobre 12th, 2023
L’economia del turismo in Sardegna avrà presto un nuovo fiore all’occhiello.
Tra le novità introdotte con le modifiche alla legge regionale 16/2017, anche un ampio progetto di turismo sostenibile per lo sviluppo socioeconomico e la tutela della cultura e della biodiversità.
Investire in un territorio magnifico come quello sardo sembra facile, così come promuoverne il settore turistico. Eppure, sul mercato internazionale, ormai competere con altre destinazioni richiede carattere, innovazione, tipicità e una identità che vada oltre il paradigma estate-mare. Soprattutto se si vuole avere afflusso e lavoro anche negli altri otto mesi dell’anno.
Ed ecco allora che nascono idee di valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico, degli spazi per lo sport all’aria aperta, della ricca enogastronomia, del turismo congressuale e religioso. Soltanto quest’anno, sono già 240 gli eventi finanziati. Ma da oggi c’è una idea in più: dal TTG Travel Experience 2023 di Rimini, la Regione Sardegna lancia l’albergo nautico diffuso.
Proprio come gli alberghi diffusi, che la Sardegna è stata nel 1998 la prima regione italiana a riconoscere formalmente, gli alberghi nautici diffusi sono una risorsa per godere al meglio delle bellezze della natura, nonché un’attrattiva che risulterà, ci scommettiamo, irresistibile per i viaggiatori stranieri.
Si tratta di una struttura ricettiva di nuova concezione, che unisce i servizi a terra (dove si ubicheranno accoglienza, registrazione e assistenza al cliente), con la possibilità di dormire su una flottiglia di imbarcazioni ed esplorare le coste durante il giorno nel raggio di tre miglia dalla propria ubicazione portuale. Camere in cabina, cucinetta a bordo, doccia calda in barca. Insomma, una pacchia.
Non solo, il settore turistico punta ora a una ecosostenibilità di ampio respiro che comprenda idee di benessere sociale e rispetto delle identità culturali, premiando con un bollino di riconoscimento le strutture virtuose.
LE CARATTERISTICHE DELL’ALBERGO NAUTICO DIFFUSO
Gli alberghi nautici diffusi saranno composti da un numero non inferiore a sette unità da diporto per non meno di cinquanta posti letto in cabina, e potranno essere concesse in uso ai clienti solo con contratti di locazione di durata compresa fra un minimo di 24 ore ed un massimo di quattro settimane.
«L’introduzione di questa nuova tipologia di struttura ricettiva è la dimostrazione di come la Sardegna sappia essere un punto di riferimento per il turismo nazionale, con la normazione tempestiva di nuove frontiere dell’ospitalità, che ci permettono ancora una volta di essere all’avanguardia in Italia e nel mondo», commenta l’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio Giovanni Chessa. «Inoltre, l’albergo nautico diffuso ci consente di continuare a lavorare in una direzione che ci sta molto a cuore e in cui la Sardegna è sempre stata un modello: l’ecosostenibilità. La creazione di nuovi posti letto di questo genere, infatti, ci permette di aumentare la capacità ricettiva dell’isola salvaguardando le nostre meravigliose coste». Ora l’iniziativa dovrà solo prendere piede grazie agli investitori privati.
LA SARDEGNA E L’ECOSOSTENIBILITÀ: IL NUOVO RICONOSCIMENTO PER LE STRUTTURE RICETTIVE
Sempre nell’ottica di un miglioramento della qualità dell’offerta ricettiva, anche e soprattutto in termini di sostenibilità (ambientale e sociale) la Sardegna introduce per la prima volta un nuovo riconoscimento, a cui le strutture possono accedere qualora rispettino determinati requisiti previsti dalle nuove modifiche della legge regionale 16/2017.
I requisiti non comprendono esclusivamente il rispetto della sostenibilità ambientale, ma anche di quella sociale e culturale, che si concretizzano ad esempio con l’attuazione di best practices aziendali (leggi: contratti in ordine ai dipendenti e risparmio energetico) o con iniziative di carattere architettonico, culturale ed enogastronomico che tengano conto delle specificità, della storia e delle tradizioni della regione Sardegna: dai vini locali ai prodotti artigianali in vendita. Il tutto è finalizzato all’obiettivo di realizzare un turismo sostenibile per lo sviluppo socioeconomico e la tutela della cultura e della biodiversità, oltre a incentivare la conservazione, gestione e valorizzazione delle risorse del territorio e la transizione ecologica e resiliente ai cambiamenti climatici nonché premiare le strutture ricettive che cooperino allo sviluppo socioeconomico dei territori su cui insistono.
Rientrano nei criteri di cui è richiesto il rispetto, ad esempio, il controllo e il contenimento dei rifiuti e dei consumi di energia e acqua, la formazione del personale sui temi della sostenibilità, il controllo e il contenimento dell’impatto delle infrastrutture e dei flussi turistici del territorio, ma anche l’utilizzo per la costruzione e la ristrutturazione di materiali naturali e locali, tipici della tradizione costruttiva sarda, la presenza degli spazi verdi, la messa a disposizione di un ampio numero di biciclette, la corretta gestione della luce e del rumore, la promozione delle realtà artigianali ed enogastronomiche locali, frutto delle tradizioni del territorio e la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, dell’identità e delle risorse locali.
Le strutture ricettive che dimostreranno di essere in possesso dei requisiti previsti potranno utilizzare uno speciale segno distintivo che le renderà riconoscibili come strutture ecosostenibili.
Oltre all’introduzione del riconoscimento di struttura ecosostenibile, le strutture del territorio regionale potranno ambire anche al riconoscimento di «Struttura ricettiva ad accessibilità universale», qualora dimostrino di essere in possesso dei requisiti di accessibilità e di superamento delle barriere architettoniche.
«Il turismo della nostra meravigliosa regione mostra di essere sempre più inclusivo, aperto, accogliente e di qualità», spiega l’assessore Chessa. «Vogliamo lavorare in una direzione che ci consenta di continuare a fare della Sardegna la punta di diamante del turismo nazionale, facendo attenzione a tutti i dettagli che possano garantire ai nostri turisti un’offerta d’eccellenza e diversificata, non solo in termini di accoglienza ma anche dal punto di vista della promozione della cultura e delle tradizioni del nostro territorio, quelle che garantiscono una proposta attrattiva non solo estiva, ma in tutte le stagioni dell’anno, partendo dalle coste ma valorizzando anche l’interno dell’isola».
Una sensibilità, quella ecologica, che secondo l’assessore, fa parte del Dna degli isolani: «Abbiamo fatto scelte storiche, per preservare l’ambiente, anche chi c’era prima di me, con tanto di cappello, perché le abbiamo anche pagate con la disoccupazione. È una scelta della Sardegna, dei Sardi. Tutto inizia e bisogna riconoscere che è grazie all’Aga Khan che tantissimi anni fa ha avuto questa visione della Costa Smeralda e ha costruito in modo armonico con l’ambiente, portando davvero la Sardegna nel mondo. Ha portato ricchezza nella Gallura e un concetto di turismo che preserva la Sardegna. La classe politica da allora a oggi ha sempre cercato di evitare le speculazioni edilizie, tanto è vero che l’imprenditore in Sardegna non ha vita facile, perché a questo aspetto siamo molto attenti».
Questi sforzi sono stati premiati dai dati, con un aumento degli arrivi turistici nel 2023 (6.377.247 tra porti e aeroporti contro i 6.005.971 del 2022), confermando la Sardegna come una delle mete più desiderate a livello internazionale. La promozione della regione per la prossima stagione turistica si concentra sull’attenzione alla sostenibilità, con un programma di eventi sportivi di alto livello che spaziano dagli scacchi a Pula agli sport acquatici, dalla Formula 1 di motonautica a Olbia ai rally storici dell’isola, senza dimenticare il tennis e le arti marziali.
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